Rapporti più umani in sanità
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- Scritto da Spartaco M.
Rispondere alle trasformazioni sociali che generano crescenti diseguaglianze è una vera priorità per chi si occupa di salute pubblica; ma quale contributo possono dare
Rispondere alle trasformazioni sociali che generano crescenti diseguaglianze è una vera priorità per chi si occupa di salute pubblica; ma quale contributo possono dare
Dopo il trapianto del midollo osseo, ero stata bene per un lungo periodo, finché ho avuto una ricaduta ed è stato necessario un secondo trapianto. Nei momenti di angoscia,
di luce in un mondo attraversato dal buio della morte quella che stanno vivendo Fernando Licheri e sua moglie Maria, superando la paura che nasce dal solo pronunciare la parola SLA,Sclerosi Laterale Amiotrofica.
La testimonianza di Danilo, 29 anni, impegnato del Movimento Diocesano dei Focolari. Il coraggio di donarsi agli altri oltre la malattia.
Chiara Lubich durante un periodo di malattia comunica la luce scaturita dalla sua esperienza. «Ho capito in questi giorni moltissime cose...
È la relazione interpersonale che integra realmente e permette la realizzazione di ciascuno e il crescere della comunità in cui si vive, soprattutto quando ha carattere di reciprocità.
Una approfondita analisi della cosiddetta legge sul biotestamento, appena approvata. Capire il contenuto degli articoli, fuori dagli opposti estremismi, per evitarne pericolosi stravolgimenti. Si poteva sperare che dopo l’approvazione della legge sulle “Direttive anticipate di trattamento” seguisse un periodo di riflessione e approfondimento su prospettive e limiti della sua attuazione.
Virginia Di Carlo, tetraparesi spastica dalla nascita, ha 25 anni ed è una degli “eroi” del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che l’ha nominata Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana «per aver testimoniato in prima persona come lo sport e la passione possano aiutare a superare i limiti derivanti dalla disabilità»
Da una teleconferenza della fondatrice dei Focolari del Natale 1986 lo sprone a non dimenticare chi è solo, malato, provato nello spirito e ad offrire con loro la sofferenza come dono prezioso al Bambino che nasce a Betlemme.
Islanda e Danimarca si avviano ad essere i primi Paesi in cui la totalità delle diagnosi di trisomia 21 sfociano in un’interruzione di gravidanza, mentre il Belgio è diventato il primo stato europeo a farsi carico in toto del costo dell’esame del dna fetale.
Una testimonianza a partire dalle parole di papa Francesco sul fine vita. Non sta a noi abbreviare il tempo o accanirci inutilmente contro la morte. Sta a noi donare al morente tutta la forza e la pienezza della nostra vita e della nostra fede, come madri, come padri e come figli.
L'elaborazione dell'evento o dell’insorgenza di una patologia cronica è assolutamente un processo soggettivo. Non possiamo considerare l'assenza di salute un concetto esclusivamente biologico o fisiologico, mente e corpo si integrano e il vissuto psicologico è un aspetto che influisce stabilmente sulla condizione. Alcuni consigli
è tempo di ricerca scientifica e di riflessione etica. L’argomento è quanto mai di attualità: le crisi umanitarie possono essere spettacolarizzate e enfatizzate dai mezzi di comunicazione o dimenticate perché lontane da noi, resta il fatto che oggi se ne contano alcune decine in atto e un’organizzazione umanitaria importante quale Médecins sans frontières ha operato nel 2016 in 70 paesi nel mondo.
Quando a mio marito, John, è stato diagnosticato l’Alzheimer la mia vita è cambiata. In un primo momento ero concentrata sul mio dolore e sul peso che dovevo affrontare. Solo in seguito, nell’incontro con persone che mi hanno permesso di sperimentare l’amore di Dio, ho capito che occuparmi di John era la cosa più importante della mia vita.
Se vogliamo che il dialogo non resti una tragica ingenuità, sogno e traguardo irraggiungibile, ci vuole – vedi il mio articolo di marzo – un’adeguata antropologia e un’efficace pedagogia che lo sostenga. Proporrò quindi alcuni princìpi basilari.
La malnutrizione, sia cronica sia acuta, il basso peso alla nascita e lo scarso allattamento causano 3,4 milioni di decessi all`anno tra i bambini, il che rappresenta un terzo di tutti i decessi per quella fascia di età, con gravi conseguenze personali e sociali.
E’ stato calcolato che durante un ricovero in ospedale di 4 giorni, un paziente può interagire con 50 diversi dipendenti, tra cui medici, infermieri, tecnici, amministrativi e altri. Negli ultimi decenni, infatti, il progresso della scienza medica con l’espandersi delle conoscenze fisiopatologiche e l’incessante sviluppo tecnologico (nuovi strumenti diagnostici e terapeutici)ha determinato l’emergere continuodi nuove figure professionali sanitarie e la tendenza alla loro iper-specializzazione.
Proprio , perché la vita dell’uomo è fatta di relazioni, anzi è relazione, anche la salute deve essere considerata non solo un bene individuale ma anche un “Bene Relazionale” un bene che prende senso dal rapporto e dall’incontro con l’altro, dalla capacità di creare solidarietà, interdipendenza , reciprocità
Un’autorevole voce della spiritualità africana, Sobonfu Some, ha detto“.....In Africa quando si vuole operare una guarigione si parte proprio dall’analisi delle relazioni, perché in base a queste si può capire quanto siamo effettivamente in salute”. Se allora guardiamo alla malattia, alla sofferenza e alla morte, come ad un percorso di relazioni, potremmo ripristinare la centralità della persona nella sua unicità e interezza.
Ogni professionista sanitario può e deve porre attenzione alla cura spirituale: la si può attuare se, oltre alla necessaria competenza scientifica, si tiene presente il senso profondo della professione, il significato della malattia per il paziente e la sua famiglia. Se è importante inserire la spiritualità nella formazione dei professionisti sanitari, il passo successivo è cercare di viverla, cioè di «tradurre» la spiritualità in gesti concreti nel quotidiano assistenziale.
Ho 25 anni e studio ingegneria elettronica. All’età di 8 anni, a causa di un male scambiato inizialmente per un tumore al cervello, ho subìto una lesione al nervo ottico che mi ha ridotto notevolmente la funzionalità visiva. Questa esperienza mi ha portato tante volte a chiedermi cosa fosse il dolore, ma soprattutto perché il dolore.
Nicoletta Tinti: un’atleta bella, brava e solare. Il teatro, la ginnastica ritmica, i Giochi Olimpici di Atlanta, il sogno di diventare ingegnere. Poi la malattia. Il coraggio di ricominciare. La danza da seduta, senza sedia a rotelle. Infine…Siamo qui, sedute a casa sua, in centro ad Arezzo, a chiacchierare, come se ci conoscessimo da sempre anche se finora ci siamo sentite solo via messaggio, per organizzare questa intervista.
Mi parla del festival teatrale da cui è appena tornata, a Trani; delle prove saltate con “la Silvia”, la sua amica e collega, del suo lavoro di ingegnere civile, della passione per la danza scoppiata quando si è trasferita a Firenze, per gli studi all’università. E la ginnastica ritmica? «La ginnastica l’ho cominciata a 9 anni». Ecco cominciamo da qui, dalla ginnastica ritmica.