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Nel corso dell’incontro sono stati presentati diversi progetti: degni di nota quelli incentrati sugli aspetti umani e spirituali dell’accoglienza ospedaliera per persone appartenenti alle confessioni religiose acattoliche. In una società sempre più inter-etnica e multi-religiosa, molto spesso gli ospedali italiani sono sprovvisti non solo di spazi adeguati dove poter trovare un momento di serenità e poter trascorrere qualche istante di ritiro spirituale, ma anche di personale preparato a rispondere alle esigenze di chi necessita di questi bisogni.

A Roma l’ospedale Santo Spirito in Sassia (il più antico ospedale d’Europa) ha avviato, per questo, un piano di formazione dei volontari dell’AVO (Associazione Volontari Ospedalieri) circa le istanze multiculturali dei pazienti, che rientra in un più ampio progetto relativo all’accoglienza delle differenze e specificità culturali e religiose nelle strutture sanitarie. Il progetto è un lavoro condiviso tra la Asl Roma E, Religions for peace, il Tavolo interreligioso di Roma, l’AVO, le associazioni “Ascoltare le sofferenze” e “Dare protezione”, in collaborazione con Cittadinanzattiva e l’Accademia dell’arte sanitaria, e il supporto del Cesv. I contenuti di questo percorso sono stati formalizzati ancora lo scorso anno nella redazione di un opuscolo per operatori sanitari, pazienti e familiari: linee guida che guardano, in sostanza, alla salute come bene comune (www.religioniperlapaceitalia.org)

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