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Mia suocera era affezionata a suo figlio a tal punto da essere gelosa nei miei confronti. Questo suo modo di fare aveva creato sempre tensioni fra me e mio marito. Un anno fa le è stato diagnosticato un tumore. Siccome sua figlia non era in grado di accudirla, per una nuova spinta a vivere secondo il Vangelo ho deciso di accoglierla in casa, mettendo da parte ogni riserva, come pure la paura di non farcela.

Certo, il periodo in cui mia suocera è rimasta da noi non è stato esente da sacrifici, ma ciò che poteva essere un peso ormai mi risultava leggero; lei a sua volta non è rimasta indifferente alle mie premure ed ha ricambiato ogni gesto con altrettanto amore. Dopo alcuni mesi di malattia si è spenta serenamente. Proprio in quei giorni mi sono accorta di essere in attesa del bimbo tanto desiderato (da nove anni!). Egli è per noi il segno tangibile dell’amore di Dio che ricambia quel po’ d’assistenza che come nuora e figlio abbiamo cercato di dare alla mamma.

M. – Argentina

Dal Vangelo del giorno

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Vuole contribuire all'elaborazione di una antropologia medica che si ispira ai principi contenuti nella spiritualità dell'unità, che anima il Movimento dei Focolari e alle esperienze realizzate in vari Paesi in questo campo.


 

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