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Medicina e TecnologiaLa medicina oggi è “malata” perché si trova di fronte ad un nuovo pericoloso potere: il potere tecnico-scientifico. Stiamo assistendo infatti ad un’evoluzione della medicina che da arte puramente osservativa e descrittiva è divenuta scienza tecnologica, che fonda il suo sapere e i suoi progressi su nuove indagini diagnostiche, sulla biotecnologia, sull’uso dell’informatica, con l’obiettivo di raggiungere traguardi impensabili come l’eliminazione delle malattie e della vecchiaia.

Nel dibattito filosofico oggi si parla di «periodo post-umano», termine che indica l’idea dell’individuo che grazie alla tecnologia diventa artefice di se stesso e del proprio destino senza sottostare a vincoli morali e religiosi.

Il sovraccarico tecnologico della medicina ha quindi drammaticamente coinciso con un impoverimento antropologico, privandola della sua dimensione umana e solidaristica, e soprattutto provocando un progressivo distacco del medico dal paziente. Oggi il paziente, grazie anche al dilagare dei mezzi di comunicazione, è diventato titolare di decisioni, non di diritti, e coinvolge il medico nella sua scelta in materia di procreazione e di morte, come insegna l’attuale disputa sulla procreazione artificiale, sulle cellule staminali embrionali e sul testamento biologico.

Diceva Ernesto Galli Dalla Loggia in un recente intervento ad un convegno dell’Associazione Medici Cattolici: «Come tutte le scienze anche la medicina, ammesso che sia una scienza, presuppone qualche cosa di non scientifico: ad esempio l’importanza di curare il corpo non è qualche cosa di scientificamente dimostrabile. L’idea di alleviare la sofferenza non ha niente di scientifico».

È, questo, un concetto cardine della religione cristiana che per eccellenza è una religione del corpo, tempio dello Spirito Santo, come dice san Paolo nella lettera ai Corinzi.

Il card. Martini ha ribadito recentemente: «Nel nostro tempo c’è bisogno non soltanto di fare delle diagnosi precise e di indicare delle medicine efficaci. Occorre prendersi cura del malato nella sua totalità, nelle sue debolezze, nel suo bisogno di essere compreso, sostenuto, aiutato e amato. Così il medico compie un’opera che è parte di un insieme più vasto e che tuttavia si ricollega a quella di Gesù ed esprime la cura della Chiesa per ogni persona sofferente».

Un tempo si diceva che fare il medico era una «missione», cioè fare una professione disinteressata per spirito di carità senza speranza di ricevere in cambio alcunché. Oggi questa figura del medico è in profondissima crisi perché la politica, non intesa come «polis», ha profondamente desacralizzato la medicina. Si pensi alla burocrazia dell’atto medico, al concetto odierno di ospedale concepito come azienda e non più come luogo dell’ospitalità, alla carriera del medico che ubbidisce a logiche di lottizzazione partitica, all’interferenza delle ideologie liberiste e individualiste in tematiche come l’aborto, la fecondazione assistita e l’eutanasia, che rischiano di limitare la libertà di coscienza del medico...

Per difendere questa libertà il medico deve avere una preparazione filosofica, antropologica, umanistica e religiosa; per il medico cattolico «religiosa» significa conoscere il Catechismo della Chiesa cattolica.

La Milano di oggi, come altre città in Italia, è ricca, ma i poveri e gli emarginati sono in costante aumento! Il nostro card. Tettamanzi nel discorso per la vigilia di sant’Ambrogio del 2004 affermava: «Milano ha bisogno di un supplemento di solidarietà, una sorta di ripensamento più aderente all’oggi e al mutato contesto sociale… C’è bisogno urgente di scelte e progetti concreti e nuovi che consentano di avviare una fase di speranza e un costume che vada oltre l’individualismo, la grettezza, la paura di uscire da sé, dalle proprie modeste certezze… Per il rilancio della solidarietà occorrono una rinnovata azione culturale e un forte impegno di educazione della coscienza che non possono avere altro punto di partenza che la riscoperta della vera e autentica concezione della persona umana».

È questo il compito che attende oggi il medico cattolico!

di GIORGIO LAMBERTENGHI DELILIERS

La relazione: l'essenza dell'arte medica

i medici si raccontano

 

Health Dialogue Culture

Vuole contribuire all'elaborazione di una antropologia medica che si ispira ai principi contenuti nella spiritualità dell'unità, che anima il Movimento dei Focolari e alle esperienze realizzate in vari Paesi in questo campo.


 

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